Ripartiamo dal ponte sul fiume Chienti di Polverina dove si concludeva la tappa precedente. Il tracciato seguirebbe un sentiero storico che parte subito sulla sinistra infilandosi nel bosco per mantenere la destra orografica del fiume, tuttavia alcune problematiche legate alla sdemanializzazione del percorso, che speriamo di risolvere presto, ci costringono al momento ad aggirare l’ostacolo. Ci incamminiamo quindi a ritroso sulla SP 98 in direzione Fiastra per 300 m fino a incrociare sulla sinistra la SP 58 in direzione Fiegni/ San Martino. La prendiamo e procediamo su asfalto per 250 m. Attenzione: poco prima di un agglomerato di case prendiamo sulla sinistra la prima stradina sterrata che ci conduce in una corte privata con casa danneggiata dal sisma, la cui proprietaria ha autorizzato il passaggio. Teniamo sulla sinistra la casa, costeggiamo in discesa il campo coltivato per ritrovarci sul sentiero ufficiale che partiva dal ponte. Qui continuiamo sulla destra nel bosco. Attraversiamo il torrente dove un vecchio ponticello in rovina ci ricorda gli antichi fasti del percorso e procediamo fino a incontrare dei recinti per il bestiame. Il sentiero diventa strada sterrata e poi converge su strada asfaltata. All’incrocio troviamo una fontana di acqua fresca. Prendiamo a destra sull’asfalto e dopo 150 m passiamo davanti al piccolo cimitero della frazione di San Giusto in San Maroto [4.1 – km 1,7]. Ora, se vogliamo procedere senza soste, sulla sinistra della strada asfaltata, di fronte al cimitero, parte un sentiero nel bosco con segnaletica Cfm. Consigliamo vivamente invece di fare una breve deviazione, continuando sull’asfalto per altri 100 m e imboccando sulla sinistra una strada di cemento che sale ripida al borgo, per raggiungere e visitare la chiesa di SAN GIUSTO IN SAN MAROTO.
Dopo la visita ritorniamo indietro per la stessa strada di cemento. Senza tornare al cimitero, appena raggiunta la strada asfaltata prendiamo sulla destra un sentiero che intercetta dopo pochi metri quello proveniente dal cimitero e giriamo a destra. Scendiamo nel bosco per 150 m fino a incrociare sulla sinistra un dosso che ci porta a una radura tra gli alberi. La percorriamo tutta e, arrivati a un picchetto della segnaletica, attraversiamo il torrente e prendiamo a sinistra la mulattiera in terra.
Ci teniamo a fondovalle costeggiando il torrente fino a che la mulattiera risale e converge in uno sterrato. Giriamo a sinistra in lieve discesa e dopo 300 m abbandoniamo lo sterrato per prendere sulla destra una strada di terra ben indicata dalla segnaletica del Cfm. Dopo 400 m di cammino in piano troviamo un incrocio. Prendiamo il sentiero di sinistra che raggiunge il fondovalle, costeggia per qualche metro la superstrada SS 77 Foligno/Civitanova Marche per poi risalire fino al borgo di Valdiea [4.2 – km 4]. Qui troviamo un lavatoio e una fonte per il rifornimento d’acqua. Procediamo sulla destra in salita entrando tra le case fino a raggiungere lo spiazzo alto del paese dove troviamo un’altra fonte.
Salendo sempre verso monte subito dopo la fonte ci sono due sentieri: prendiamo quello a sinistra con segnaletica per Fiungo che procede in falsopiano e costeggia un prato/ex campo sportivo, sfila tra le ultime case del borgo e si inoltra nel bosco con continui saliscendi. Il bosco rado ci permette di tenere sempre a vista l’imponente Rocca di Varano posta sulla sommità di una roccia dall’altra parte della valle. Sotto i nostri piedi, a fondovalle, il serpentone della superstrada. Continuiamo in direzione est senza mai lasciare il sentiero principale fino a un bivio. Prendiamo quello a sinistra che rimane in piano e che, poco dopo, si inoltra nel bosco più fitto.
Una ripida discesa in ombra di 400 m ci porta a intercettare una strada sterrata carrozzabile. La prendiamo a destra in salita e la percorriamo tutta fino all’incrocio che segnala l’imbocco del paese di Fiungo [4.3 – km 6,5]. Qui giriamo a sinistra prendendo il sentiero panoramico su prato indicato dalla segnaletica del Cfm, tenendo sulla destra le poche case e i molti ruderi di Fiungo.
Oltrepassato il borgo, il sentiero, sempre ben tracciato, prosegue lungo la valle e si inoltra tra gli alberi di un bosco rado che diventa sempre più fitto e umbratile. Il percorso è in saliscendi, supera una sbarra di impedimento ai mezzi meccanici e continua fino a un bivio. Sulla destra una strada di servizio per boscaioli. Noi invece continuiamo dritti cominciando a scendere. Di lì a poco ci troviamo di fronte alla chiesa rupestre di Madonna del Sasso. La oltrepassiamo continuando in piano il sentiero, superiamo con un ponticello il grande condotto verde che scende dalla montagna per alimentare una centrale idroelettrica a fondo valle per ritrovarci su uno spiazzo sterrato con bivio. Una strada bianca scende a sinistra, noi procediamo invece dritti in piano passando davanti a un ricco cancello posto a protezione del nulla ed entriamo tra le case del borgo di Valcimarra [4.4 – km 9,9]. Sulla piazzetta un lavatoio con fonte d’acqua. Imbocchiamo la strada asfaltata a sinistra in discesa per 100 m e prendiamo subito lo sterrato a destra che ripido sale verso un uliveto. Il sentiero si mette subito in piano e traversa il ghiaioso pendio tra gli ulivi. Qui occorre cautela: le tracce principali sono chiare, ma è bene comunque prestare attenzione alla segnaletica orizzontale del Cfm per non prendere direzioni che potrebbero allontanarci dall’imbocco nascosto di un sentiero che, dopo aver attraversato tutto l’uliveto, entra improvvisamente nel bosco e sale dolcemente per confluire in una strada sterrata, che prendiamo a sinistra in discesa; procediamo, seguendo la strada bianca, verso il castello di Pievefavera che già si mostra ai nostri occhi nella sua posizione dominante.
Raggiungiamo le mura castellane dove si apre la porta di accesso al centro storico [4.5 – km 12]. Dopo aver visitato il bel CASTELLO DI PIEVEFAVERA torniamo alla porta montana per riprendere il cammino. Proseguiamo per 50 m in lieve discesa su asfalto costeggiando le mura alla nostra sinistra. All’altezza di un vecchio ricovero sulla destra giriamo a destra su una strada bianca e subito dopo all’incrocio riprendiamo a salire procedendo dritti. Dopo 250 m arriviamo dove finisce lo sterrato. Sulla destra la salita che conduce a una casa privata. Noi ci teniamo invece sulla sinistra imboccando un sentiero tra le piante che dolcemente sale tra muretti di contenimento terra. Dopo 700 m si apre sulla sinistra una radura con ulivi. Abbandoniamo il sentiero piegando a sinistra ed entrando nella radura, che costeggiamo tenendo la cintura degli altofusti alla nostra destra. Il percorso continua in falsopiano nel bosco rado fino a un incrocio. Prendiamo a sinistra e saliamo dolcemente in ombra fino a intercettare la strada asfaltata che da Pievefavera sale sulla montagna. Attraversiamo l’asfalto e continuiamo dritti sullo sterrato che sale, segnalato dal cartello d’ingresso al paese di Castiglione. Entriamo nel borgo fino alla piccolissima piazza a cui convergono due strade asfaltate. Prendiamo quella a destra che rimane in piano, supera una frana, e dopo 200 m entra nel borgo di Croce [4.6 – km 14]. Sulla sinistra si aprono le imponenti mura del castello (per quanto danneggiato dal terremoto merita comunque una visita), sulla destra una fonte d’acqua. Noi invece proseguiamo dritti imboccando subito un sentiero in discesa che in meno di 200 m confluisce sulla strada asfaltata che collega Croce con Vestignano. Giriamo a destra e percorriamo l’asfalto per 500 m. La strada si immette in leggera discesa sulla carrozzabile Caldarola/ Vestignano. Continuiamo dritti tenendo la destra e dopo 500 m siamo al borgo storico del CASTELLO DI VESTIGNANO [4.7 – km 15,4]. Lo attraversiamo restando sulla strada asfaltata che dolcemente comincia a salire.
All’uscita del paese un cartello ci ricorda che stiamo percorrendo il sentiero dei Partigiani, a memento di un cruento eccidio qui avvenuto nel 1944: 1,5 km di percorso su strada asfaltata di scarsissimo transito automobilistico su cui si affacciano le lapidi dei 31 partigiani fucilati. Il cammino arriva al quadrivio del borghetto de La Valle.
Noi procediamo dritti lasciando le case dell’abitato sulla destra. Dopo 350 m in lieve salita abbandoniamo l’asfalto e giriamo decisamente a destra su una rampa di cemento che ci avvia su un sentiero in ripida salita e che termina tra le case del borgo Tribbio. In alto a sinistra i ruderi del CASTELLO DI MONTALTO e di fronte a noi il Palazzo Simonelli, ostello chiuso dopo i danni del sisma del 2016 e in attesa di restauro. Giriamo a destra dove incontriamo una cannella di acqua fresca e qui pieghiamo subito a sinistra seguendo la strada asfaltata che scende per 450 m fino a raggiungere un incrocio. Girando a sinistra si incontra dopo 100 m il Giardino delle Farfalle, dove è possibile mangiare e pernottare e dove termina la tappa [4.8 – km 18,7].
Commenta con Wordpress