Quando arriviamo ad una sella, o ad una forcella, o in vetta ad un monte, vediamo questo mare di guglie, questa distesa infinita di onde di roccia alte duemila metri, eternizzate nel momento della cresta marina che ricade, e sappiamo che dovremo passarle tutte, come un peschereccio sa che dovrà aspettare la fine della tempesta e nel frattempo salire e scendere insieme a tutti i flutti che il destino gli parerà dinnanzi.
Il percorso
Dalla caratteristica torre inclinata di Prato Carnico prendiamo una strada a salire proprio davanti ad essa e arrivati a Palazzo Casali ne superiamo il porticato andando a destra in salita. Passiamo vicino alla Chiesa di San Canciano e proseguiamo sempre in salita, costeggiando un torrente, poi prendiamo il Sentiero 226, verso il Rifugio Talm, una via che all’inizio ha il pavimento di acciottolato nel bosco. Saliamo per almeno un’ora fino a sbucare su strada brecciata abbastanza ampia, da prendere a sinistra, dunque si arriva ad un’abitazione e al Rifugio Talm (1100 metri circa). Proseguiamo su strada cementata e continuiamo sempre in salita fino a raggiungere, ad un tornante, un bivio che porterebbe, andando avanti, alla Casera Ruin. Quindi noi andiamo a destra.
Si giunge al bivio per Rigolato e il Monte Talm, ma noi andiamo a sinistra verso la Sella di Talm. Dopo di essa (1600 metri circa) si va per il Rifugio Chiampizzulon. Dopo qualche centinaio di metri prestare attenzione al nostro Sentiero 228 che sale a sinistra lasciando la strada più ampia. Al bivio per il Chiampizzulon noi andiamo a sinistra per la Malga Campiut. Si entra così in uno scneario di massi enormi, rocce e pareti a strapiombo, meraviglioso, e si giunge ad un punto panoramico (Cuel di Ruedo mt. 1700), da dove si vedono tutte le montagne, il Peralba, il Coglians, il Tuglia… All’incrocio successivo andiamo verso la Malga Tuglia (Sentiero 227). Dopo circa 40 minuti di cammino si arriva alla panoramicissima Malga (dove è possibile assaggiare una delle migliori ricotte con miele che io abbia mai assaggiato) e qui si prende il Sentiero 229 che aggira il Tuglia a destra. Si scende con molti tornanti ampi e a 1380 metri circa troviamo una casetta di legno verso cui andare, dunque tagliando i tornanti a scendere. E’ giusto una traccia nell’erba, almeno per la prima parte, e ci porta ad una grande Malga, con un bivio a cui andare a destra per Forni Avoltri (a sinistra è altamente sconsigliato a causa dell’enorme pendenza). Si scende a capofitto fino ad una grande piana, quasi al torrente Degano, e si va a sinistra, vedendo già Forni. Dunque si passa il ponte a destra con Via Firenze e dopo il campo sportivo si arriva in paese.
Quando arriviamo ad una sella, o ad una forcella, o in vetta ad un monte, vediamo questo mare di guglie, questa distesa infinita di onde di roccia alte duemila metri, eternizzate nel momento della cresta marina che ricade, e sappiamo che dovremo passarle tutte, come un peschereccio sa che dovrà aspettare la fine della tempesta e nel frattempo salire e scendere insieme a tutti i flutti che il destino gli parerà dinnanzi. Il percorso Dalla caratteristica torre inclinata di Prato…
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