Realdo (o Rifugio Sanremo) – Bassa di Sanson – Colle della Melosa – Rifugio Allavena
Dal Rifugio Sanremo: si percorre a ritroso la strada fino al Passo di Tanarello e dopo la statua del Redentore si segue l’Alta Via dei Monti Liguri (AVML) ovvero il sentiero panoramico a sinistra che scende tra i larici verso il Passo di Collardente (1617 metri s.l.m.) e la Bassa di Sanson (1694 metri s.l.m.).
Da Realdo (Foto 1 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) a piedi seguire in salita il sentiero fino al piccolo borgo di Borniga e proseguire verso la località Il Pin. Il sentiero taglia la strada di tanto in tanto raggiungendo la Bassa di Sanson (1694 metri s.l.m.) in poco più 2 ore.
Il sentiero attraversa il comprensorio montuoso più elevato della Liguria, territorio occupato dalla vastissima formazione del Flysch ad Elmintoidi, potente sequenza sedimentaria di calcari marnosi, marne, arenarie e argilliti, dalla posizione marginale rispetto alla vicina catena alpina, che ha favorito la conservazione di numerose peculiarità in campo geomorfologico, faunistico e floristico che presenta un alto numero di endemiti e di relitti glaciali.
Il sentiero a monte di Realdo nelle esposizioni più calde è caratterizzato dalla presenza di ginepro fenicio (Juniperus phoenicea) e ginestra cinerea (Genista cinerea) tipiche specie mediterranee.
Attraverso castagneti e boschi di faggio si raggiungono nella sua parte alta boschi di larice e pino silvestre, con sottobosco caratterizzato da rododendro (Rhododendron ferrugineum).
Seguendo l’Alta Via dei Monti Liguri (AVML) dalla Bassa di Sanson (1684 metri s.l.m.) si prosegue lungo la strada ex-militare fino all’ampia Bassa di Marta (1956 metri s.l.m.).Tenendo la sinistra si continua in direzione Col Bertrand (1953 metri s.l.m.), dove si incontra il sentiero che a destra indica il Passo dell’Incisa e il Monte Toraggio.
Le praterie calcicole alpine e subalpine che si incontrano nella parte alta sono caratterizzate tra le altre specie da astro alpino (Aster alpinus), campanula a corolla stretta (Campanula stenocodon), sparviere lanoso (Hieracium tomentosum – Foto 2 – Brenton Lemesurier – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) e garofano forcato (Dianthus furcatus). Nelle fessure delle rocce calcaree è possibile vedere l’endemica (Campanula macrorrhyza – Foto 3 – Brenton Lemesurier – Archivio Ente Parco Alpi Marittime), l’issopo delle Alpi Marittime (Micromeria marginata), la silene campanula (Silene campanula) e la sassifraga meridionale (Saxifraga callosa). Nei detriti calcarei si possono riconoscere l’endemico aglio dai fiori di Narciso (Allium narcissiflorum) e la rarissima genziana ligure (Gentiana ligustica – Foto 4 – Francesco Tommasinelli – Archivio Ente Parco Alpi Marittime).
Si prosegue a sinistra sulla strada sterrata fino a raggiungere il sentiero che scende diretto e ripido al Rifugio Allavena (1545 m – Foto 5 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime ).
Lungo il tratto di avvicinamento al rifugio è possibile vedere il rarissimo giglio pomponio (Lilium pomponium – Foto 6 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime), l’eliantemo di Bertero (Helianthemum nummularium subsp. berterianum), il giglio martagone (Lilium martagon), la genziana maggiore (Gentiana lutea) la campanula tosca (Campanula medium – Foto 7 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime), la campanula spigata (Campanula spicata – Foto 8 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) e la calcetreppola spina-argentata (Eryngium spinalba – Foto 9 – Brenton Lemesurier – Archivio Ente Parco Alpi Marittime).
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