Rifugio Allavena – Passo dell’Incisa – Passo del Corvo – Passo Muratone – Rifugio Gola di Gouta
Si raccomanda di verificare la percorribilità del versante italiano del Sentiero degli Alpini al Rifugio
Se si vuole evitare l’impegnativo tratto del Sentiero degli Alpini, è possibile utilizzare l’itinerario alternativo sul versante francese.
Si percorre a ritroso la tappa precedente, imboccando a destra il sentiero per il Monte Grai. Giunti sulla rotabile ex militare la si segue verso sinistra fino ad incontrare, dopo 400 metri circa, una diramazione a destra chiusa da una sbarra in metallo. Si sale allora a destra sull’ampia mulattiera che raggiunge la vicina Sella d’Agnaira (1687 m) e quindi il Passo della Valletta (1908 m). Da qui, su sentiero, si seguono le indicazioni che conducono al Passo dell’Incisa (1684 m). Non si attraversa il valico (si finirebbe sul Sentiero degli Alpini lungo il tracciato principale della tappa), ma ci si tiene sul versante francese, proseguendo a lungo su un aereo sentiero a mezzacosta fino alla Fonte Dragurina e al vicino Passo di Fonte Dragurina (o Passo della Dragurina). Superato un brevissimo e non particolarmente impegnativo tratto esposto attrezzato con funi, si scende a lunghi tornanti con un comodo sentiero sulle prative pendici meridionali del Monte Toraggio. In breve si raggiunge il bivio con il sentiero proveniente dal Rifugio Allavena via Sentiero degli Alpini. Si svolta a destra e ci si trova nuovamente sul tracciato principale della tappa (Dislivello: +521/-419 m; Tempo: 2:40 – 3:05 ore; Difficoltà: E; Distanza: 7243 m dal Rifugio Allavena).
Dal sito www.alpicuneesi.it
Dal Rifugio Allavena si procede seguendo la strada asfaltata in salita in direzione nord. La strada diventa sterrata e raggiunge la vecchia Fontana Italo poco distante dal rifugio, in prossimità di un tornante. Qui parte il sentiero di collegamento al Sentiero degli Alpini. Seguendo il piccolo sentiero accanto alla fontana, a mezzacosta si raggiunge e si attraversa il lariceto: in corrispondenza di una deviazione si tiene la sinistra in direzione Gola dell’Incisa (Foto 1 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime).
Si raccomanda la massima attenzione (anche nel fare le fotografie) perché il sentiero è molto esposto e senza protezione!
Il sentiero vero e proprio si rivela dopo un tornante (Foto 2/3 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) ed in questo tratto è scavato nella roccia, presentando diversi tratti in semigalleria e punti in cui bisogna prestare la massima attenzione. Si percorre il versante orientale del Monte Pietravecchia, incontrando una piccola fonte e successivamente un brevissimo tratto in galleria.
Nei prati sotto questo tratto sono presenti degli esemplari di ginepro turifero (Juniperus thurifera), specie tipicamente mediterranea.
Il contesto paesaggistico è unico e il sentiero scavato nella roccia percorre ripidi pendii rocciosi. Il versante meridionale del Monte Pietravecchia è invece il tratto più impegnativo del percorso ed è sede di numerosi passaggi franati, attrezzato con cavi d’acciaio nei tratti più esposti.
Sulle rocce calcaree delle pareti a strapiombo sono presenti la sassifraga alpina (Saxifraga paniculata), la sassifraga meridionale (Saxifraga callosa – Foto 4 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) e la campanula della Riviera (Campanula macrorrhyza).
Il tratto verso il Passo dell’Incisa è caratterizzato da un sentierino che risale i tornanti franati della vecchia mulattiera.
Sulle rocce calcaree poste a sinistra poco sotto la Gola è possibile fotografare il rarissimo raponzolo delle Alpi Marittime (Phyteuma cordatum – Foto 5 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime), più frequente sulle rocce della parete nord-est del Monte Toraggio ma anche la rarissima moehringia di Lebrun (Moehringia lebrunii – Foto 6 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) endemica esclusiva delle Alpi Liguri e Marittime.
Raggiunto il Passo dell’Incisa (1675 metri s.l.m.) il percorso continua sul lato francese del monte Toraggio in quanto il lato italiano è in condizioni molto precarie. Dal versante francese si raggiungono le praterie della parete SSE del Monte Toraggio, in prossimità di Fonte Dragurina.
Lungo il percorso, nelle radure del lariceto è possibile fotografare l’aquilegia di Bertoloni (Aquilegia bertolonii – Foto 7 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime), rarissima endemica ligure provenzale, protetta dalla legislazione italiana ed europea (allegati B e D della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”). In prossimità della prateria sono presenti il fiordaliso di Trionfetti (Centaurea montana subsp. triumfetti – Foto 8 – Brenton Lemesurier – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) ed il fiordaliso di Bicknell (Rhaponticum heleleniifolium subsp. bicknellii), la bellissima campanula spigata (Campanula spicata) e la rara peonia selvatica (Paeonia officinalis subsp. huthii – Foto 9 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime) con i suoi grandi fiori rosa.
La discesa prosegue con una serie di tornanti fino ad incontrare il bivio che a destra indica la direzione per Passo del Corvo – Passo Muratone. Si segue a destra e grazie a un percorso semicircolare si attraversa a mezzacosta la gola del Corvo e si arriva a Passo del Corvo (Col du Corbeau, 1404 metri s.l.m.).
Lungo il percorso si incontrano i terreni erbosi semi-naturali e le facies arbustive su substrato calcareo che ospitano il cardo pallottola (Echinops ritro), il cardo-pallottola maggiore (Echinops sphaerocephalum – Foto 10 – Brenton Lemesurier – Archivio Ente Parco Alpi Marittime), la campanula tosca (Campanula medium), la campanula della riviera (Campanula macrorrhyza),il laserpitium odoroso (Laserpitium gallicum), la meleagride piemontese (Fritillaria involucrata), l’orchide dei pascoli (Traunsteinera globosa) e l’orchide militare (Orchis militaris).
Dal Passo del Corvo (Col du Corbeau, 1404 metri s.l.m.) c’è la possibilità di seguire il più fresco sentiero sul versante francese verso il Col Sandérau (1309 metri s.l.m.), che offre dei bellissimi scorci sul vallone della Bendola e che arriva al Passo Muratone (Col de Muraton, 1157 m). In alternativa si può proseguire sul versante italiano (AVML) dove il sentiero diventa prima mulattiera e successivamente strada sterrata (Foto 11 – Archivio Ente Parco Alpi Marittime). Dal Passo Muratone proseguendo dritto si arriva alla Colla Scarassan. Qui si continua prendendo il sentiero a sinistra raggiungendo il Rifugio Gola di Gouta (1212 metri s.l.m.).
La foresta di Gouta è la foresta più estesa della Liguria ed è costituita da un bosco misto a dominanza di abete bianco (Abies alba) su pino silvestre (Pinus sylvestris), acero di monte (Acer pseudoplatanus) e salicone (Salix caprea), associazione tipica degli ambienti montani freddi che, in questo caso, vegeta a pochi chilometri dal mare.
Tra le specie erbacee si possono osservare la belladonna (Atropa belladonna), lo zafferano della Riviera (Crocus versicolor), il dente di cane (Erythronium dens-canis), la genziana ligure (Gentiana ligustica), il narciso trombone (Narcissus pseudonarcissus), l’orchidea maschio (Orchis mascula) e l’orchidea sambucina (Orchis sambucina).
Commenta con Wordpress