Tour delle Cime dell’alta valle Grana
Mappato da Gianni (Compagnia dell’Anello)
In un periodo tra i più caldi dell’anno, la Compagnia dell’Anello, quasi al completo (manca però Alberto al quale auguriamo il più rapido recupero dopo la brutta batosta, e Antonio in vacanza rumena), sceglie un tour alla testata della val Grana per godere, oltreché degli ampi panorami godibili nelle splendide zone di confine con la val Maira, soprattutto di un clima un po’ più fresco di quello lasciato in pianura!
La giornata si preannuncia limpida e la temperatura sarà, per fortuna, più che gradevole! Lasciamo l’auto al nuovo rifugio Fauniera, ex Trofarello (m.2303), ripromettendoci di tornarvi in tempo per una buona polenta e raggiungiamo velocemente il colle d’Esischie, m.2366.
Di qui prendiamo sulla dx il sentiero che sale dolcemente in direzione nord-est portando al colletto di Rocca Negra, che separa la vicina cima omonima ad est, dal costone che scende dal M. Pelvo. Dalla sella si apre verso nord l’appagante visuale sugli alti pianori verdeggianti del vallone Miniera, tagliati da un sentiero quasi rettilineo che percorreremo al ritorno.
Noi svoltiamo a dx per risalire l’aerea traccia che in pochi minuti su un’esile cresta tra roccette e spuntoni di roccia ci porterà alla prima vetta di giornata, la Rocca Negra, m.2498, dominante sul tratto terminale della val Grana, quasi dirimpetto alle cime della destra idrografica, Fauniera, Parvetto, Rocca e Punta Parvo. Senza fermarci ridiscendiamo al colletto per affrontare rapidamente il ripido sentiero opposto che risale il costone orientale del M. Pelvo, e poi, dopo la spalla a quota m.2452, svolta a nord.
Ad un bivio successivo tralasciamo la bella pista a sin. che ne costeggia le pendici occidentali per proseguire invece sul viottolo di cresta. La pendenza è diminuita, e con facile percorso si raggiunge il Monte Pelvo, m.2547, la seconda cima di giornata.
Dopo una sosta veloce, si prosegue sempre lungo la lunga linea di cresta, che scende infine a toccare un colle senza nome a quota m.2492; tralasciata a sin. l’evidente mulattiera che porta al colle Sibolet, noi risaliamo l’agevole traccia lungo l’ampio crestone che porta alla sommità della Punta Sibolet m.2584, la terza cima. Di qui ci godiamo un luminoso panorama su tutto il vallone Sibolet che scende fino alle alte frazioni di Castelmagno con il suo Santuario ed anche una prima gustosa colazione.
Sempre per cresta, proseguiamo ora in discesa in direzione della Punta Tempesta, che domina il paesaggio a nord, fino a raggiungere il colle Sibolet, m.2546, dove, lasciato il sentiero per il colle Intersile, prendiamo la traccia sulla sinistra che sale ripida verso i primi contrafforti della PuntaTempesta, la nostra quarta cima. Per cresta si continua fino alla spalla alla base della rampa finale, ove si congiunge il sentiero dal colle Intersile. Non resta che affrontare l’ultimo tratto sul versante sud-est, il più ripido, che porta alla croce di vetta, ai m.2679 della Punta Tempesta, la più alta della zona.
Scambiamo cordialità con alcuni escursionisti liguri che avevamo già intravisto precedentemente, verso i quali non mancano azioni promozionali della Compagnia dell’Anello da parte di alcuni dei soci più caldi del ramo pubblicità, e riprendiamo veloci il percorso verso l’ultima cima programmata, La Piovosa.
Decidiamo di accorciare un po’ di strada, discendendo verso ovest direttamente dalla vetta per raggiungere un recente tracciato di collegamento tra la spalla citata della Tempesta e la Piovosa.
Seguiamo il pendio su rade tracce, anche in forte pendenza, fino ad un grande ometto che segnala il percorso indicato sopra, un sentierino roccioso da prendere a dx, che in falsopiano attraversa una pietraia e giunge alla sella che separa le due Punte, Tempesta e Piovosa.
Qui abbiamo la fortuna di individuare un paio di pernici, che si sollevano in rapido volo: ci scusiamo per averle spaventate e prima in saliscendi, poi in salita più marcata, seguiamo la labile traccia in direzione nord-ovest fino alla Punta La Piovosa, m.2602. E’ la quinta cima, per fortuna l’ultima: ci godiamo il verde paesaggio del M. Festa e di Costa Chiggia, sù da Marmora così contrastanti col roccioso versante nord della Tempesta. Poi, con l’appetito che comincia a farsi sentire, invertiamo la direzione di marcia con meta al rifugio Fauniera.
Rifacciamo il percorso sul tracciato che collega Piovosa e Tempesta senza completarlo, perché ci orientiamo direttamente in direzione del colle Sibolet. Di qui proseguiamo sul sentiero che costeggia in dolce pendenza il versante occidentale della Punta Sibolet fino a raggiungere, prima del Pelvo, la cresta che chiude a ovest il vallone Miniera.
Di qui è ben visibile il colletto di Rocca Negra toccato stamattina e quindi decidiamo di raggiungerlo percorrendo il tracciato individuato allora: discendiamo per poche decine di metri verso est in direzione della Costa Reina (che di lì raggiunge l’omonima Cima), e poi tagliamo in piano la testata del vallone fino all’ultima breve rampa che ci porta al colletto.
Non ci sono più salite e non ci resta ormai che scendere al colle d’Esischie e di lì raggiungere il rifugio Fauniera per calmare la fame nera!
In conclusione bellissima escursione ad alta quota, altamente panoramica, che forse vale la pena di percorrere e godere in una giornata intera, con eventuale sosta e pasto su Tempesta o Piovosa, invece di inseguire di corsa ed affamati, come abbiamo fatto noi, la meritata pappatoria fino al punto di partenza!!!
Commenta con Wordpress