Quando in mezzo ad una salita faticosissima o sotto una pioggia fastidiosa il gruppo continua a scherzare e a ridere, a fare battute e a faticare con leggerezza, io credo che si sia raggiunto l’apice della felicità, ma anche della saggezza. Cosa può infatti insegnare il cammino se non a continuare a camminare nonostante le avversità della vita, decisi e severamente costanti nella propria incrollabile spensieratezza?
Il percorso
Dal Rifugio Giaf, uno dei più accoglienti che abbia mai incontrato, prendiamo il Sentiero 341 per il Passo Mauria, come da indicazioni. Salutiamo definitivamente il rifugio passando sopra al Torrente Giaf e andando a mezza costa arriva al primo ghiaione. Ad un tratto sulla destra si apre la vista su Forni di Sopra e abbiamo la visione del grande Monte Clapsavon (che significa la Montagna del Sapone). Entriamo in faggeta e si comincia a scendere verso il torrente Fossiana da guadare facilmente, dopodiché si continua sullo stesso sentiero seguendo le evidenti indicazioni. Ancora avanti e guadiamo agevolmente il secondo torrente, con le stesse caratteristiche del primo. Si arriva dunque al Passo Mauria (1290 s.l.m.) e qui si imbocca la statale a sinistra, facendo solo un paio di tornanti, dunque si va la prima a sinistra, piccola strada asfaltata chiusa al traffico. Incontriamo delle casette di legno e la strada smette di essere asfaltata e diventa una sterrata abbastanza larga. Proseguiamo dunque con questa via nel bosco in direzione Casera Lavazeit e all’altezza di un’antica casa ristrutturata (del 1852) prendiamo il 207 lasciando il 358. A mezzacosta, con sali e scendi, arriviamo al bivio con l’altavia del silenzio a sinistra, ma noi proseguiamo sul 207 avanti. Ad una cascata artificiale guadiamo il torrente grazie ad un passaggio abbastanza agevole proprio sotto alla cascata, lasciando il 207 e provando un sentiero molto impervio a sinistra verso la Casera Lavazeit, non sempre evidente nel bosco, salendo di alcune centinaia di metri di dislivello. Giunti alla deliziosa Casera (1800 metri sul livello del mare) e ponendocela alle spalle riprendiamo il 207 a sinistra e rimanendo a mezza costa possiamo ad un tratto vedere le Tre Cime di Lavaredo a destra, come da cartello. Giungiamo agli impianti di risalita e qui proprio all’altezza della seggiovia andiamo a sinistra con sentiero 211 verso la Casera Tartoi. A questo punto a causa della pioggia abbiamo perso il 211 ma abbiamo preso comunque un sentiero valido, che sale nel bosco, attraversa una frana in sicurezza grazie ad alcune staccionate, e poi ridiscende con delle scale. Ancora avanti in discesa a zig zag nel bosco e ci ricongiungiamo con il 211 da prendere a sinistra. In circa 30 minuti siamo alla Casera Tartoi, posto vero e semplice, da cui si gode di una vista incredibile.
Quando in mezzo ad una salita faticosissima o sotto una pioggia fastidiosa il gruppo continua a scherzare e a ridere, a fare battute e a faticare con leggerezza, io credo che si sia raggiunto l’apice della felicità, ma anche della saggezza. Cosa può infatti insegnare il cammino se non a continuare a camminare nonostante le avversità della vita, decisi e severamente costanti nella propria incrollabile spensieratezza? Il percorso Dal Rifugio Giaf, uno dei più accoglienti che abbia mai incontrato, prendiamo…
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