Anello della Testa del Duca, dal Pian delle Gorre
Mappato da Josè (Compagnia dell’Anello)
Tra impegni familiari, post Covid, vacanze e metereologia il numero di partecipanti della Compagnia diventa sempre più esiguo per cui oggi siamo solo in tre ad affrontare un anello classico, ma sempre di grande bellezza. Siamo in Valle Pesio con meta la Testa del Duca partendo dal Pian delle Gorre, sopra la Certosa di Pesio.
Lasciamo l’auto nel parcheggio di Pian delle Gorre (1032 m) e risaliamo l’ampia strada sterrata che risale la valle verso il Rifugio Garelli. Dopo una ventina di minuti si arriva al bivio tra le cascate del Saut ed il sentiero per il rifugio Garelli (1180m).
Intraprendiamo quest’ultimo ed iniziamo a risalire il bosco su sentiero mantenuto alla perfezione che ci permette di raggiungere con una serie di tornanti il Gias Sottano di Sestrera (1331m) dove il sole invita a svestirci godendo della magnifica vista del massiccio del Marguareis nella luce del mattino.
Qui si abbandona il sentiero per il rifugio Garelli e si segue il sentiero che, a destra, si inoltra nel Vallone del Marguareis sotto un fitto bosco di faggi accompagnati dalle acque del ruscello che scende dal Laghetto del Marguareis.
Risalendo incontriamo il pastore a guardia del gregge di pecore e capre che tiene a bada i cani, dove pascolano anche due giovani asinelli accompagnati da altri già adulti e da un cavallo.
Continuiamo la salita che risale in modo costante la valle fino a giungere al gias successivo dove, aggirato un magnifico masso incoronato dalla Saxifraga, un cartello (GTA) indica la direzione a destra per il Passo del Duca.
Si tratta di un lungo traversone in salita costante alla base delle creste dello Scarason, che, sotto il sole di luglio, diventa impegnativo per il caldo. Raggiungiamo così l’ombra di un magnifico pino che si eleva solitario sul bordo del dirupo e ci concediamo una breve sosta rinfrescante.
Ripartiamo verso il colle del Prel (1856 m)che si raggiunge dopo due salti di quota su bel fondo prativo arricchito da migliaia di fiori di ogni specie e colore.
Dal colle la vista spazia sulle cime che ci circondano, in primis le guglie del Marguareis, il Cars, Serpentera, Cima della Fascia, Bisalta e quella che è la nostra meta: la Testa del Duca.
Proseguiamo di buona lena per raggiungere il Passo del Duca (1989 m),sul fianco Nord della Testa del Duca, un suggestivo intaglio nella roccia che si affaccia sull’ampio bacino carsico della Conca delle Carsene.
Dopo una breve sosta presso la nicchia con la statuina di Padre Pio, subito dopo il passo volgiamo a sinistra su una ripida traccia che in breve ci porta sulla cima della Testa del Duca (2055 m).
La vista spazia sulle cime a Sud e a Nord, con proprio davanti a noi la Testa Murtel (2064 m), mentre ad Est è arrivato un mare di nebbia a coprire tutto quanto.
Ritorniamo sui nostri passi fino al bivio dove ha inizio il sentiero per il passo Scarason e di qui ritorniamo al passo del Duca.
Questo valico è ricordato per il ruolo che ebbe nella cosiddetta “battaglia di Pasqua”. Il 9 aprile 1944, opportunamente minato dai Partigiani, saltò in aria al momento del passaggio di truppe tedesche, bloccando così un tentativo di accerchiamento. “Una banda partigiana, quella della Valle Pesio, composta da meno di duecento uomini comandati dal Capitano Piero Cosa, tenne testa per due giorni ad un contingente tedesco di circa tremila uomini con carri armati, aerei da ricognizione e armamento pesante. Con ottima strategia militare, perfetta conoscenza del territorio, coraggio e determinazione, sfruttando le alterne condizioni atmosferiche, i partigiani rallentarono l’avanzata del nemico che, al prezzo di ingenti perdite, riuscì ad addentrarsi nella valle solo al termine del secondo giorno di lotta quando il grosso della banda partigiana aveva già potuto ripiegare su Carnino, con un’epica marcia forzata nella neve, a quote di oltre 2000 metri , evitando così l’accerchiamento” (Giancarlo Costa, outdoorpassion). (Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento si suggerisce la visita al Museo della Resistenza di Chiusa Pesio.)
Dopo un breve scambio di notizie con un gruppo sopraggiunto al passo intraprendiamo la via del ritorno passando per il colle del Prel Soprano e scendendo una serie di lunghi tornanti che portano alla ex strada militare 194, protetta da muri di pietra al disotto della Testa Murtel,.
Questa strada avrebbe dovuto collegare la Certosa di Pesio con il Colle della Boaria. Iniziata nel 1940, è tuttavia rimasta incompiuta in alcuni tratti.
Superato un tratto di strada liberato dalle macerie di una valanga e due passaggi su frana ci dirigiamo al Gias degli Arpi (1435 m),che raggiungiamo seguendo il largo sentiero nel bosco ed evitando le scorciatoie laterali.
Consumato il pranzo presso la fontana del Gias riprendiamo a scendere verso le cascate del Saut sorpresi dal magnifico lavoro di sistemazione del sentiero che diventa un invito a percorrerlo con le MTB.
In breve raggiungiamo le cascate e seguiamo il sentiero che le risale godendo dello spettacolo naturale offerto dalle acque e dal tracciato approntato. Raggiunta la radura con il bivio per il Garelli, dove termina il nostro anello, riprendiamo la strada sterrata che ci porta al Pian delle Gorre.
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