Tre fattorie hanno unito le forze per tracciare un percorso tra i boschi, recuperando vecchie piste e carrarecce, per essere unite tra loro da un sentiero che chiunque possa fare a piedi. In giornata, chi voglia dalla città fare una passeggiata attraverso zone poco conosciute ma molto panoramiche, potrà prendere un autobus, immergersi nella natura per 5 ore e riprendere un altro autobus nella vallata più in là. Chi abita qui ha anche tante storie da raccontarvi…
Il percorso – Il sentiero dei due fiumi
Il tracciato inizia dalla fermata di autobus “Pineta” della linea 103 che collega Castel San Pietro Terme con Castellina, lungo la provinciale 21 che segue la valle del Sillaro. Saliamo lungo la strada provinciale 35 seguendo le indicazioni per Monterenzio. Dopo duecento metri si può tagliare un tornante seguendo una traccia sulla sinistra di fronte a un capannone in mattoni. Riprendiamo la strada asfaltata girando a sinistra di fronte a un altro capannone. Si continua a salire con qualche curva sulla strada asfaltata per circa 500 metri, lasciandoci sulla destra due agriturismi. Circa 200 metri dopo il secondo agriturismo di lascia la strada asfaltata e si imbocca una piccola sterrata sulla sinistra, poco prima del cartello di Villa Sassonero. Poco dopo cominciano i primi segnavia gialli, rossi e blu del Sentiero dei due Fiumi (s2f). Proseguendo su questa pista agricola incontriamo in prossimità di un paio di case sulla destra un’edicola votiva, proseguiamo dritti in salita seguendo la carrareccia. Giungiamo in prossimità della chiesa di Santa Maria e Pietro, a Villa Sassonero, dove svoltiamo a sinistra seguendo via Poggio delle Costanze, una strada asfaltata in leggera salita. Nella panoramica sulla vallata, vediamo oltre il Sillaro affiorare l’ofiolite nero che da il nome alla frazione. Arriviamo dopo 200 metri a un gruppo di case, dove le fonti locali attestano vi fosse in epoca medioevale un castello e un locanda. Qui il sentiero si biforca: sulla sinistra parte in salita la variante alta, per un lungo tratto su basolato; noi proseguiamo invece ora sulla destra, seguendo via Poggio delle Costanze e le indicazioni per Angirelle (azienda WWOOF). Il percorso, pianeggiante, torna a essere una pista, e costeggia varie case immerse in boschi di querce e castagni. Trascuriamo prima una pista in discesa sulla destra poi un’altra in salita sulla sinistra, seguendo le indicazioni s2f e tenendo come punto di riferimento il parco eolico ben visibile quasi ovunque. La pista si restringe in un sentiero ricavato tra gli alberi, che dopo circa 200 metri esce su un campo aperto. Qui si attraversa un piccolo ruscello su di una passerella, che immette, vicino a un sorbo, su di altro campo. Percorriamo la parte bassa di questo campo fino ad arrivare ad una pista sterrata che porta alla fattoria Angirelle, possibile posto tappa. A Monte del fienile della fattoria, su cui si vedono i segnali s2f, dopo pochi metri di pista agricola, riprende il sentiero in salita tra i boschi. Usciamo dal bosco percorrendo un piccolo tratto di campo: sulla destra il parco eolico, sulla sinistra la valle del Sillaro. Il sentiero rientra nel bosco e riprende a salire. Trascuriamo una pista che sale sulla sinistra e seguiamo sulla destra i cartelli s2f fino ad arrivare ad una cisterna blu, dove il sentiero devia decisamente sulla sinistra in salita. Dopo poco si giunge alla fonte Bergamina, dove è possibile fare rifornimento d’acqua. Una lapide del 1934, ora coperta di muschio, riporta il simbolo del fascio e il numero romano XII. Dalla fonte il sentiero sale in maniera erta con alcuni gradoni, poi dopo una cinquantina di metri a mezzacosta, riprende deciso a salire a sinistra, tra castagni, faggi e querce, verso la sommità. Ignoriamo un sentiero che scende verso destra, sorpassiamo una zona cespugliata in cui il sentiero è più difficilmente distinguibile e giungiamo a un cadente fabbricato di pietra e mattoni, Ca’ de Carti, a nord ovest il Parco eolico. Percorriamo la carrareccia di accesso alla casa, attorniata da querce secolari, fino ad oltrepassare una sbarra metallica. Questo è il punto in cui la variante alta si ricongiunge con la variante bassa. Giriamo a destra, su una larga strada sterrata, e dopo circa cento metri sulla sinistra troviamo una casa bianca con le imposte rosse e un maneggio, l’azienda agricola Ca’ de Signori (non azienda WWOOF), possibile punto tappa. Proseguendo altri duecento metri arriviamo a una biforcazione e continuiamo dritti senza svoltare a sinistra, percorrendo per un tratto il sentiero CAI 801 “Flaminia Minor” (segnali bianchi e rossi), indicato da alcuni studiosi come il possibile percorso che in epoca romana congiungeva la via Emilia con la Toscana. Si apre un’ampia visuale su gran parte dell’appennino bolognese: riconoscibile a nord ovest il contrafforte pliocenico e il santuario del Monte delle Formiche, meta di pellegrinaggio l’8 settembre, quando per ragioni non ben chiare sciamano e lì vanno a morire migliaia di formiche alate. Sulla sinistra costeggiamo la riserva faunistica “Ca’ di Guzzo”, in basso si vede il paesino di San Benedetto del Querceto. Siamo sotto il parco eolico di Casoni di Romagna, costruito nel 2008 e composto da 16 turbine alte in tutto un centinaio di metri l’una. Siamo a circa 750 metri d’altitudine, non lontani dal confine con la Toscana, in una zona aperta spesso spazzata dal vento, dalla vegetazione bassa di pascoli, arbusti, rose canine e pini silvestri. D’ora in poi il percorso sarà tutto in discesa. Proseguiamo su questo crinale fino ad incontrare una sbarra gialla e rossa sulla sinistra, dove lasciamo l’801 per seguire le indicazioni s2f. Passiamo prima Ca’ di Bertano, sulla sinistra, a 400 metri a una pala eolica, poi un’altra costruzione gestita da AGSM, la società proprietaria dell’impianto eolico, sulla destra. Si incontrano vari piccoli laghetti con torrette di caccia e di avvistamento. Abbandoniamo la strada che costeggia le pale eoliche svoltando a sinistra verso un’altra torretta di avvistamento ornitologico. Il percorso attraversa ginepri e roverelle, mantenendo come punto di riferimento visivo San Benedetto del Querceto, fino ad arrivare ad un piccolo laghetto di pesca sportiva recintato, oltre il quale svoltiamo, costeggiandolo, a sinistra. Oltrepassiamo dopo poco un’altra sbarra rossa e gialla, per trovarci su una pista carrozzabile, circondata di alte querce, che percorriamo svoltando a sinistra sino a giungere all’agriturismo I Boschi (non azienda WWOOF), altro possibile punto tappa. Dopo il quarto fabbricato, di fronte al pozzo in sasso, sulla sinistra c’è un cancello in legno. Lo oltrepassiamo ritrovandoci sul s2f, inizialmente attorniato da un boschetto, poi aperto sul dosso di un campo, poi nuovamente tra siepi selvatiche, ginestre e asparagi selvatici. Sulla sinistra, isolata su massiccio roccioso, la chiesa di sant’Alessandro, che domina Bisano. Dopo un’altra torretta di osservazione a fianco della siepe con filo spinato, scendiamo giù verso destra appena a fianco di una piccola collinetta. Attraversiamo sulla nostra sinistra il recinto passando un cancello in ferro e, ignorando la deviazione sulla sinistra, proseguiamo verso San Benedetto. Ritroviamo una carreggiabile cementata che scende verso il fiume, verso destra, lasciando un’abitazione sulla destra. Al prossimo bivio teniamo la destra e passiamo su un affluente dell’Idice attraversando un ponte. Dopo il ponte la strada diventa asfaltata e proseguiamo sulla destra, fino ad attraversare il ponte sul fiume Idice, dove cominciamo a salire su via Selva Piccola. Lasciamo sulla sinistra una vecchia torre e un mulino abbandonato, poi una croce sulla destra e poco più avanti un stalla e un fienile, fronteggiati da una piccola piantata di aceri e vite. Raggiungiamo la SP7 della valle dell’Idice, di fronte al bar trattoria Querceto si trova la fermata del bus 918 o 916 che collegano Loiano e Monghidoro con Bologna.
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