Lago della Sauma, Testa della Sometta e Monte Taias
Mappato da Antonio (Compagnia dell’Anello)
Segnali preoccupanti questa settimana sul versante della Compagnia dell’Anello.
E’ universalmente risaputo che l’anagrafe non concede sconti, se non ad un esiguo numero di fortunati: ebbene, sia alla partenza che all’arrivo dell’odierna escursione, si sono verificati degli episodi, di per sé umani e banali, che però potrebbero indicare un futuro cedimento strutturale della tenacia che finora ci ha contraddistinti. D’altra parte non dobbiamo dimenticare che l’età media del gruppo ha già da qualche anno superato i 70, quindi, tutto sommato possiamo, come si suol dire, fare buon viso a cattiva sorte.
L’idea era quella di effettuare l’usuale anello, percorrendo due valloni paralleli, partendo da Callieri nel Vallone dei Bagni, salendo lungo il Vallone di Tesina e scendendo, dopo una puntata alla Testa Sometta, al Monte Taias e al Lago della Sauma, nel Vallone della Sauma, attraverso il Passo della Sometta; ecco però il primo segnale di cedimento.
Qualcuno insinua che il percorso è troppo lungo e impegnativo, si potrebbe accorciare partendo più in alto, rinunciando quindi al percorso circolare; in passato, una tale proposta veniva perlomeno discussa, mentre stavolta siamo tutti unanimemente d’accordo.
Iniziamo quindi la scarpinata, dopo aver parcheggiato le auto nei pressi del quinto (su otto) tornante lungo la strada che collega i Bagni di Vinadio alla deliziosa borgata di San Bernolfo, ad una quota di m 1530 circa s.l.m.; si va lungo un corto troncone di strada-sentiero, originantesi sulla sinistra del predetto tornante, che in falsopiano, dopo aver attraversato il Torrente Corborant a mezzo di un ponticello in legno, va ad innestarsi nella sterrata che da Callieri risale la destra orografica del vallone fino alla già menzionata borgata di San Bernolfo.
Si risale questa strada fino a giungere ad un ulteriore ponticello in legno, ove sulla sinistra (palina segnaletica) ha origine una sterrata, poi sentiero che, immersa in una rigogliosa foresta di abeti bianchi – più in alto rimpiazzati da larici e pini cembri – risale con accentuata pendenza l’intero Vallone della Sauma, fino al valico costituito dal Passo della Sometta m 2209.
Alla quota di 2000 metri circa, una biforcazione sulla destra indica il percorso per la salita al laghetto della Sauma m 2132; qui il gruppo si divide, i pochi ancora ammalati di “puntite” proseguono verso il predetto valico, mentre i “bagnanti” ripiegano volentieri verso le assolate spiagge del lago.
Dal Passo della Sometta all’omonima Testa (m 2229), un ampio pratone, il percorso è breve e turistico, mentre il prosieguo lungo la lunga cresta per raggiungere il Monte Taias, presenta alcune brevi asperità con un minimo di esposizione: la difficoltà si può assimilare ad un percorso adatto ad escursionisti esperti, facilitato peraltro da una labile traccia che di volta in volta incide i versanti E e O della rocciosa cresta S, fino a terminare sulla cima del Monte Taias m 2261, caratterizzata da un cumulo di massi sormontati da una rudimentale piccola croce in legno, che provvediamo a rimettere al suo posto perché scalzata dagli agenti meteorici o, come sempre più sovente succede, da qualche ostracista di siffatti simboli.
Dalla cima riusciamo ad individuare gli amici che sono già giunti al lago e ci godiamo la consueta cornice di catene montuose: citiamo solamente le più vicine Testa Rognosa della Guercia, Rocche Saboulè, Serriera di Pignal, Teste del Vallonetto e Vallonasso.
Di ritorno, saliamo pure noi a ricongiungerci agli amici che hanno già fatto una bella nuotata nelle limpide acque del lago e pranzato; gentilmente ci hanno riservato la ormai consueta razione di dolci di Maria Teresa e José, che consumiamo dopo aver fatto un bel bagno rinfrescante.
Il ritorno avviene ripercorrendo in discesa il sentiero-strada dell’andata; e qua succede il secondo preoccupante patatrac. Divisi in tre coppie distanziate di alcune decine di metri, la prima coppia (dotata di GPS), giunta al ponte sul rio della Sauma, percorre nella giusta direzione (discesa) la sterrata, andando però a finire a Callieri, non avendo individuato la deviazione che conduce alle auto. La seconda coppia (senza strumentazione tecnologica), giunta al ponte s’incammina addirittura nell’opposta direzione, fino ad accorgersi di essere arrivata nei pressi di San Bernolfo. Solamente l’ultima coppia riesce ad approdare agli automezzi lungo la giusta via, rimanendo stupita di non vedere nessuno.
Possiamo spezzare la classica lancia a favore di questi due simpatici ed innocui contrattempi: forse gli errori sono stati dettati dall’eccessiva foga di raggiungere per tempo il riparo dall’acquazzone (previsto) che già da un po’ si stava preannunciando con i soliti tuoni, che poi tutto si è risolto in “tanto rumore per nulla”, un km di percorso in più per i due di San Bernolfo e un centinaio di metri di dislivello da aggiungere alla salita per la coppia scesa fino a Callieri.
La ciliegina sulla torta: scesi a Strepeis dei Bagni di Vinadio ci siamo fermati al casermone adibito a colonia estiva, dove gli amici della Compagnia Frank e Giovanna, assieme ad altri due volontari, stanno conducendo una faticosissima corveè a supportare (e sopportare!) una settantina di scatenatissimi ragazzi sotto l’egida delle Parrocchie di Vignolo e del circondario, mediante una stressante e continua presenza ai capienti pentole e fornelli per sfamare incessantemente quegli stomaci mai sazi.
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