Monte Rubbio, da San Damiano Macra
Mappato da Josè (Compagnia dell’Anello)
Il percorso ad anello sopra Preit di Canosio era stato scelto con cura e si presentava decisamente interessante, senonché, arrivati a Ponte Marmora, sorpresa: strada per Marmora e Canosio chiusa fino alle 17 per lavori in corso.
Per fortuna, risalendo la valle, Antonio aveva decantato le caratteristiche di una gita al Monte Rubbio a Josè che da quelle parti non era mai stato. Rapido consulto con gli altri del gruppo e decisione di salire al Monte Rubbio.
Tornati a San Damiano Macra parcheggiamo le auto a monte del paese (745 m), di fronte all’attacco della strada asfaltata che porta alla Borgata Rio (758 m) con belle case, tra cui una in particolare completamente rivestita da vite vergine, fantastica.
Seguiamo la strada asfaltata che attraversa la borgata verso Nord e che prosegue con una sterrata che si dirige verso le grange più in alto. Subito dopo le ultime case ci soffermiamo davanti al cippo eretto in ricordo di “Bramafam”, Graziano Einaudi, ucciso dai nazisti il 30 Luglio 1944, mentre San Damiano, il Podio e Rio venivano date alle fiamme.
Proseguiamo passando davanti ad alcune case fino a superare il bivio per Grangetta (909 m, cartello esplicativo con dizione in occitano) dove uscendo dal bosco appare in lontananza la nostra meta con già visibile la croce su uno spuntone di roccia.
Lungo la strada ci accompagna la fioritura di rose canine, giglio di monte (Paradisea Liliastrum), Maggiociondolo e nel sottobosco il tappeto verde smeraldo di piante di mirtillo, intanto il bosco è cambiato ora attraversiamo un tratto di pino silvestre, il preferito dalle processionarie.
Superato il bivio per la Borgata Pontecolletto e la frazione Pagliero raggiungiamo la Borgata Rubbio inferiore (1238 m) dove ci fermiamo a ciacolare con un contadino del posto che iniziava i preparativi per il trasferimento ormai prossimo della mandria all’alpeggio e che conosce la Compagnia dell’Anello tanto da suggerirci un possibile anello per il ritorno.
Salutato il nostro fan che se ne parte con la sua moto carico di gomme per irrigare riprendiamo il cammino lungo la carrareccia che con pochi tornanti ci porta verso la Borgata Rubbio Superiore, strada che però abbandoniamo quando inizia la discesa verso la borgata per seguire un tratto in salita sulla destra e poi piegare a sinistra per attraversare i campi in fiore seguendo la traccia al di sopra di un muro a secco e dove più avanti ci imbattiamo in un magnifico giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum) in piena fioritura.
Entriamo nella faggeta e il sentiero, ben tracciato, inizia a salire con cambio di pendenza repentino fino a giungere in un tratto roccioso dove ci fermiamo per una breve colazione prima di intraprendere l’ultimo tratto che ci porta ad una larga sella da cui, piegando a destra sotto un bosco di pino silvestre, raggiungiamo la cima più alta del Monte Rubbio sovrastata da un grande cippo in pietra e cemento (1590 m). Dopo le foto di rito torniamo alla sella precedente e proseguiamo fino alla seconda punta, più in basso (1548 m), con la croce di cima su uno sperone roccioso raggiungibile con un po’ di attenzione ed aiutati da una corda di acciaio. Dalla croce la vista su tutta la Valmaira è eccezionale.
A questo punto decidiamo di tornare sui nostri passi per andare a visitare la borgata di Rubbio Superiore dove fermarci per il pranzo. Si tratta di un insieme di case attorno ad un cortile ben ristrutturate ed accoglienti, con gerani alle finestre e dentro degli zoccoli di legno, sotto il portico di una delle quali è a disposizione un massiccio tavolo in legno con le panche ed il quaderno per scrivere le proprie impressioni in vista del pilone votivo del 1885.
Consumiamo il nostro pasto con l’acqua della vicina fontana, e non solo l’acqua, e poi riprendiamo la discesa evitando di percorrere il possibile anello dal momento che il cielo si è incupito e dopo poco iniziano i tuoni. Come da previsioni alle 14 iniziano a scendere le prime gocce, acceleriamo il passo e tagliamo quando possibile i tanti tornanti ma per fortuna ci viene risparmiata la pioggia.
Alla fine non è stata un’escursione di ripiego e se non c’era il pericolo del maltempo, sarebbe pure stata ad anello… la salita al Monte Rubbio rappresenta pur sempre l’incontro con un ambiente che palesa inequivocabilmente la propria origine culturale nei segni sul territorio e nelle grange che lo abbracciano…
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