Se avete dei pensieri pericolosi e insistenti questo percorso, fatto d’inverno, non è certo un toccasana: campi desolati, rimesse per gli attrezzi dirute e spoglie, camion della cassia che sfrecciano sullo sfondo, capannoni e rimesse agricole fantasma, vibranti impianti fotovoltaici statici e alieni che guardano al nulla. Ma anche questa è l’Italia e, potremmo dire perché no, senza essere retorici, la vita. Dietro ci lasciamo l’eden del lago di Bolsena, con i colori splendidi e luminosi, ed entriamo in zone più produttive e tetre. Qui non siete catturati dall’esterno, ma da voi stessi e allora si spalancano scenari interiori, paesaggi emotivi che tutti i camminatori segretamente desiderano di conoscere, pur temendoli perché sono i più inquietanti. Per questi motivi questo percorso è importante, tanto quanto gli altri più belli.
Il percorso
Da Piazza Europa di San Lorenzo Nuovo imbocchiamo la Cassia verso nord andando sul marciapiedi. Arrivati allo stadio (in dieci minuti), subito troviamo una strada sterrata a sinistra con una cassetta delle poste (foto), che va presa. Prestiamo attenzione perché nulla di chiaro ci dice che la Francigena è da questa parte, forse maggiori informazioni ci sono per chi proviene dalla parte dei pellegrini, cioè la direzione contraria. Lentamente il rumore delle automobili si allontana e rimane solo quello dei vostri passi, che vi conducono in un paesaggio tutt’altro che felice.
Ad un primo importante bivio, con una strada che si immette da destra, noi proseguiamo dritti. 50 metri dopo svoltiamo, come da indicazioni della via Francigena, a destra. Ancora 40 metri e svoltiamo ancora a destra. La nostra successiva svolta è situata ad un bivio a T, dopo un lungo tratto tra campi e piccole rimesse per gli impianti idraulici. Dobbiamo girare a sinistra, verso un bel casale. Giungiamo dunque alla strada delle macchine e prendiamo a sinistra (all’altezza di un gran casale, foto) e poi dopo pochissimi metri a destra, di nuovo sulla strada sterrata.
Sempre dritti e arriviamo ad attraversare la Cassia (stando attenti) e prendiamo la strada sterrata che continua dritta. Arrivati presso i silos giganti (foto) prendiamo la strada asfaltata a sinistra che ci conduce ad una più grande e trafficata, da prendere sempre a sinistra.
Siete di nuovo sulla Cassia e dovete girare a destra. Siete quasi nell’abitato di Acquapendente che vi aspetta tra una decina di minuti.
Se avete dei pensieri pericolosi e insistenti questo percorso, fatto d’inverno, non è certo un toccasana: campi desolati, rimesse per gli attrezzi dirute e spoglie, camion della cassia che sfrecciano sullo sfondo, capannoni e rimesse agricole fantasma, vibranti impianti fotovoltaici statici e alieni che guardano al nulla. Ma anche questa è l’Italia e, potremmo dire perché no, senza essere retorici, la vita. Dietro ci lasciamo l’eden del lago di Bolsena, con i colori splendidi e luminosi, ed entriamo in zone…
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