Dal diario di Nietzsche:
L’inverno 1882-83 l’ho trascorso in quel leggiadro, tranquillo golfo di Rapallo che si insena tra Chiavari e il promontorio di Portofino. La mia salute non era granché; l’inverno freddo e insolitamente piovoso; un piccolo albergo posto immediatamente in riva all’acqua – sicché di notte l’alta marea non lasciava dormire -, offriva pressappoco tutto il contrario degli agi desiderati. Tuttavia, e quasi a riprova della mia tesi che tutte le cose decisive nascono “nostro malgrado”, fu in quell’inverno e tra quelle condizioni sfavorevoli che nacque il mio Zarathustra. Il mattino io ascendevo verso sud, lungo la splendida strada di Zoagli, tra i pini, dominando con lo sguardo il mare; il pomeriggio, se appena la salute me lo consentiva, percorrevo tutta la baia di Santa Margherita, fino a Portofino. Lungo queste due strade mi nacque in mente il primo Zarathustra, e, anzi, Zarathustra stesso, in quanto tipo, e più giusto a dirsi: egli aggredì la mia mente.
Il percorso
La mappatura da Santa Margherita Ligure a Portofino inizia da Piazza Caprera. Da qui ci dirigiamo verso il castello-fortezza di Santa Margerita Ligure andando verso il lungomare con via Partigiani d’Italia che si trova alla nostra sinistra guardando la chiesa di Nostra Signora della Rosa a Piazza Capraia. Dopo aver percorso il lungomare in direzione sud per qualche centinaio di metri svoltiamo a destra per via Antonio Maria Maragliano. Alla fine di questa via troviamo un’edicola dedicata alla Madonna e la strada cambia nome in via Madonnetta, che imboccheremo. Vediamo che dove finisce la strada carrabile la nostra via diventa strada percorribile solo da pedoni con scalette che costeggiano il torrente che scende alla nostra sinistra. Al primo bivio delle scale, contraddistinto da un ponticello sulla sinistra, noi proseguiamo dritto. Incontriamo quindi un secondo bivio a cui svolteremo a sinistra e in breve saliremo nei pressi del Santuario di Nostra Signora del Carmine e dal belvedere antistante l’ingresso godiamo del bellissimo panorama che ci siamo guadagnati salendo fin qui.
Dunque imbocchiamo la stradina che, guardando il portale della chiesa, si trova alla sinistra. Questo vicoletto costeggia la chiesa. Ci dirigiamo quasi subito, con altre scale, a sinistra per il cimitero, qui iniziano i segni del Parco di Portofino. Attenzione perché arrivati alla fine delle mura perimetrali del cimitero noi svoltiamo a sinistra in piano, costeggiando sempre il cimitero e percorrendo un sentiero sterrato-brecciato. Ci troveremmo dopo breve ad un bivio con una strada a sinistra che scende e una a destra che si mantiene in piano, noi dobbiamo andare a destra.
Arrivati alla Cappella delle Gave proseguiamo a sinistra per Portofino Mare, come da indicazioni (ci dicono circa un’ora di cammino). Quindi si segue sempre il sentiero direzione Portofino Mare che diventa scale, molto lunghe, seguendo sempre il segno dei tre punti rossi, fino a quando non si arriva nella frazione di Paraggi. Dunque si fanno una cinquantina di metri sulla destra utilizzando la strada provinciale e si prende a destra la strada pedonale per Portofino che ricomincia a salire con delle scale e passa attraverso una caratteristica porta. Dopo essere passati accanto a uno scivolo giallo e marrone, dove è anche possibile riempire la propria borraccia grazie a una fontanella, il nostro sentiero scenderà sulla strada provinciale perché nel periodo in cui lo abbiamo percorsa noi l’intera via pedonale che ci avrebbe condotto a Portofino senza fare asfalto, era ostruita a causa di un divieto. Imbocchiamo la strada a destra e proseguiamo prestando attenzione alle automobili fino a Portofino.
Dal diario di Nietzsche: L’inverno 1882-83 l’ho trascorso in quel leggiadro, tranquillo golfo di Rapallo che si insena tra Chiavari e il promontorio di Portofino. La mia salute non era granché; l’inverno freddo e insolitamente piovoso; un piccolo albergo posto immediatamente in riva all’acqua – sicché di notte l’alta marea non lasciava dormire -, offriva pressappoco tutto il contrario degli agi desiderati. Tuttavia, e quasi a riprova della mia tesi che tutte le cose decisive nascono “nostro malgrado”, fu in…
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