Io non credo più a nulla: non credo alla Religione, allo Stato o alle Idee. Non credo in nessuna Utopia, né in un mondo migliore e nemmeno in un’epoca d’oro che fu. Non c’è per me alcun Architetto o demiurgo del Creato, e men che meno uno Spirito che tutto permea e provvede. Eppure credo che oggi, alla fine del sentiero più dolce e bello che ci sia al mondo, tra colline leonardesche e colori da sogno, il temporale abbia ritardato quel tanto che basta e non ci abbia investito con la sua potenza, solo grazie a delle piccole preghiere. Le ho sentite con le mie orecchie durante i vespri di ieri: le voci anziane e delicate delle suore di clausura del Convento Serve di Maria, che ci hanno ospitato per due notti e che hanno pregato per noi.
Il percorso
Si parte da Piazza Garibaldi di Sant’Angelo in Vado e si passa con il ponte il fiume Metauro, dopodiché al bivio si svolta a sinistra per Arezzo per poche decine di metri e si prende la prima a destra per Baciuccaro, poco prima del ponte del 1947. Passiamo davanti ad un’edicola votiva e andiamo avanti per questa via poco frequentata da automobili, almeno per 3 km. Dopo un casale, sulla destra, una strada brecciata da imboccare e subito un bivio a cui andare a sinistra, in discesa. Dopo breve un secondo bivio, a cui andare sempre a sinistra in discesa. Si arriva al fondo della valle con il ruscello che scorre sotto la strada e si riprende a salire mantenendosi sulla sinistra (se è piovuto nei giorni precedenti sicuramente questa via è fangosa e difficile).
Arriviamo così ad un campo, ne percorriamo pochi metri facendone il bordo e riprendiamo la strada a destra che continua a salire. Quando la strada spiana leggermente c’è un bivio a cui andare ancora in salita a sinistra. Così arriviamo ad una zona usata dai cacciatori per la caccia al colombaccio, probabilmente. Se siete fortunati trovate la strada libera altrimenti troverete la via impedita dal taglio degli alberi e buttati lungo la carreggiata. Questa negligenza da parte dei tagliaboschi è una vera difficoltà aggiuntiva per escursionisti, ma per ciclisti o cavalieri può essere un motivo per tornare indietro.
Arrivati alla provinciale la prendiamo a destra per pochi metri e poi svoltiamo a sinistra per Piandimeleto.
Giriamo a destra su strada brecciata all’altezza della madonnina e dell’insegna per l’agriturismo I Palazzi. In breve si arriva a delle case e fattorie e qui si va in salita verso sinistra, da dove si può osservare la bellezza delle colline circostanti. Al primo bivio ci manteniamo sulla sinistra e dopo il cimitero più piccolo del mondo svoltiamo a destra al bivio, in salita. Si scavalla la collina e si arriva all’agriturismo I Palazzi. Da qui si può vedere il caratteristico Monte Simone e il Monte Carpegna.
Dopo aver fatto una discesa e una salita, dopo un casale e bellissime campagne, arriviamo ad un bivio a cui andare a sinistra in salita. Al bivio a T si svolta a sinistra, dopo un boschetto. Si arriva dunque ad una coppia di casaletti diroccati. Da qui si può osservare in lontananza la cima del paese di Peglio, arroccato sopra ad una collina. Dopo la discesa arriviamo ad un incrocio a cui andare a sinistra (c’è un edicola votiva del 1907).
Arrivati alla zona artigianale imbocchiamo l’asfaltata e andiamo a sinistra per Piandimeleto, su Via Garibaldi. 2 km e siamo al castello del paese.
Io non credo più a nulla: non credo alla Religione, allo Stato o alle Idee. Non credo in nessuna Utopia, né in un mondo migliore e nemmeno in un’epoca d’oro che fu. Non c’è per me alcun Architetto o demiurgo del Creato, e men che meno uno Spirito che tutto permea e provvede. Eppure credo che oggi, alla fine del sentiero più dolce e bello che ci sia al mondo, tra colline leonardesche e colori da sogno, il temporale abbia…
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