Ho seguito questo sentiero tornando dalla festa danzante “Zap fest”, nell’host wwoof SolRibaldo, fino a casa di una mia amica, Paola, che non è Wwoof, ma a soli 5 km c’è un’altra azienda host Wwoof, tra Montese e Maserno. Da contattare con anticipo se intendete passare nella camminata. Sono circa 11 km fino a Paola. La prima parte presenta un dislivello di quasi 500 metri, poi la tappa è molto tranquilla. Percorso a cavallo tra la provincia di Modena e Bologna, con bei panorami verso il Dardagna e il Corno alle Scale, e poi sulle valli del Leo e del Reno.
Il percorso
Partiamo con il profumo delle erbe officinali e il piede ancora danzante dallo spiazzo accanto alla serra, a Camporibaldo, azienda Wwoof Sol Ribaldo. Lasciandoci alle spalle i campi di achillea, dragoncello, melissa, saliamo accanto al ripido orto, sgattaioliamo tra le tende, un breve saluto a Franca, la vicina signora cortese, che si affaccia dalla porta di casa, e saliamo con un sospiro la ripida strada asfaltata. Potremmo anche fare un’ultima arrampicata al campanile-torre abbarbicato di Rocca Corneta e di lassù salutare il Dardagna, i Monti della Riva e Le Roncole, l’host wwoof vicino, Michele! Ma ora non ricordo più qual’è il sentiero, vi basterà chiedere o seguire Elia o Francesco di Solribaldo.
Ritorniamo quindi alla strada asfaltata: arriviamo in cima e ci ritroveremo quindi sulla strada che congiunge Fanano con Lizzano in Belvedere. Prendiamo a destra, verso Lizzano, e dopo 400 metri circa ci troveremo a Ca’ di Giannone, il “centro commerciale” di Rocca Corneta: se siete partiti sguarniti per il pranzo della giornata di cammino qui troverete i viveri in un forno e in un bar!
Continuando dopo 250 metri vediamo alla nostra sinistra il cimitero, e poco più avanti sulla destra la stradina che scende alla chiesa di Rocca Corneta. Per trovare il sentiero CAI 345, che dovremo seguire, dobbiamo andare un poco oltre: a sinistra è una mulattiera fiancheggiata da una siepe, circondata da campi e prati. Saliamo decisi non lontano dai campi ad erbe officinali di Ca’ dei Fiori, l’azienda storica che ha iniziato la coltivazione di erbe officinali ed aromatiche in zona molte decine di anni fa, e arriviamo in un piccolo agglomerato di case, per la maggior parte ben tenute, in ristrutturazione (ma c’è del cemento!). Il sentiero passa dietro ad una stalla, passiamo accanto a delle recinzioni dietro cui ci guardano incuriosite delle mucche al pascolo.
Il sentiero ritorna mulattiera sassosa, e la vista verso destra si apre a un superbo panorama sui Monti della Riva. Dopo circa 750 metri lasciamo la mulattiera e giriamo a destra, sul sentiero segnato. Ancora un segnale del CAI che ci indica nel bosco di svoltare a sinistra, e poco dopo ancora a sinistra seguendo il sentiero più grande, inoltriamoci in un castagneto e al bivio in una radura giriamo a destra. Giungiamo quindi in un villaggio, Corona, dal basso, quasi nascostamente. Alcuni condomini che sembra di essere in città. Giungiamo su una grande curva, e di fronte a noi una fontana dove rinfrescarsi (ma come?! abbiamo fatto solo 3,5 km!).
Da Corona abbiamo 3 possibilità di giungere al Santuario di Ronchidoso: o scendere verso destra e poi riprendere sulla sinistra il sentiero 345 salendo verso il Monte Belvedere, oppure salire pian piano sulla strada asfaltata verso sinistra, e raggiungere il Monte Belvedere per il sentiero 400 del CAI, oppure continuare ancora sulla strada asfaltata e prendere per Via Ronchidoso, una graziosa via pianeggiante immersa nel bosco, e questo è il percorso che i locali ti indicheranno sicuramente, e a buona ragione, perché sono 3,8 km pianeggianti tra asfalto e strada sterrata contro i 3,5 km con sali e scendi dei sentieri del CAI.
Sul Monte Belvedere passava la seconda linea gotica e fu uno dei principali baluardi difensivi tedeschi, come si legge su un pannello informativo, e fu liberato solo nella mattina del 20 febbraio 1945.
Il santuario dell’emigrante, o del Ronchidoso, è immerso in una pineta. Una fontana, tanti tavolini e delle piazzole con i ferri dei barbecue rimandano il pensiero a domeniche d’estate con lo sfrigolare della carne e bambini che ti zompano intorno, assolutamente da evitare per un camminatore alla ricerca del proprio equilibrio!
Dietro il santuario ritroviamo il sentiero 345, che continua verso destra ad un bivio sotto un rifugio tedesco. Il sentiero è segnato anche con un segnavia blu come sentiero della linea gotica. Manteniamo in discesa la direzione per Abetaia e Le zolfe.
Arrivati sul crinale, fuori dal bosco, in un bel punto panoramico che ad ovest spazia sulla valle del Leo e dello Scoltenna nel modenese e ad est sulle valli del Silla e del Reno nel bolognese, io sono sceso tra felci aquiline verso il bosco in direzione di Iola, seguendo il sentiero 442 del CAI (invero non si trova il numero sul segnavia), e passando tra prati, borghi e coltivi ormai abbandonati da molto tempo, giungere dalla mia amica Paola, al microtoponimo Ca’ dei Roda, a circa 3 km da Iola. Ma sarebbe possibile al crinale proseguire sul sentiero 400, seguirlo passando per Monteforte e Maserno per giungere all’azienda wwoof “via Lama 2569” a due passi da Montese, a soli circa 5 km dal crinale a cui siamo giunti, dove Carla Fresia e compagno saranno disponibili a ospitarvi previo contatto in anticipo.
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