Capranica Scalo – Barbarano – Blera – Capranica Scalo
Questa mappa racconta di una vecchia ferrovia dimenticata, di suggestivi paesi e affascinanti necropoli cui accedere attraverso le tipiche tagliate nel tufo e di campagne morbide e vive. Un giro davvero meraviglioso che ci si è proposto come un regalo di Natale in anticipo, in una fredda ma serena domenica di Dicembre.
Partiamo da Capranica Scalo, dove troviamo un ampio e comodo parcheggio in concomitanza della stazione omonima, situata sulla linea Roma-Viterbo. Completati gli ultimi preparativi percorriamo un primo chilometro di asfalto lungo la Strada Provinciale 92, che lasciamo prontamente per immetterci sul tracciato della vecchia ferrovia Civitavecchia-Capranica. L’inizio del sentiero può non risultare immediatamente visibile, ma ci aiuta un vecchio blocco segnalatore di cemento (Foto A), che segna l’inizio del nostro viaggio. Subito ci immergiamo nella natura: la strada, la stazione e i suoi rumori sono solo un ricordo. Il sentiero è sterrato ma mai troppo impegnativo (Foto B). Incontreremo, nei prossimi chilometri, numerose pozzanghere (veniamo da settimane di pioggia!), comunque facilmente aggirabili. E’ fin da subito un piacere per gli occhi e per le gambe questa uscita. Che sensazioni!
Qualche chilometro dopo l’imbocco della vecchia ferrovia arriviamo alla prima galleria ferroviaria, la più lunga che incontreremo in questo giro (Foto C): accendiamo le luci frontali (Foto D) e ci lasciamo avvolgere dalle tenebre, ascoltando il rimbombo delle nostre pedalate e dei gridolini di eccitazione. Il fondo stradale, anche all’interno della galleria, è in buono stato. Stiamo solo attenti a mantenerci a lato della canalina centrale che in alcuni tratti risulta scoperta e quindi potenzialmente pericolosa. C’è da dirlo? Spettacolo puro! Torniamo a bagnarci di luce. Il percorso va avanti così, divertente e pedalabile e, dopo altre due gallerie più brevi (tali da non richiedere quasi l’ausilio delle luci) giungiamo in prossimità del primo centro abitato, quello di Barbarano Romano. Stiamo per lasciare il percorso della vecchia ferrovia (ma ci ripromettiamo solennemente di tornarci e proseguire oltre, merita davvero tanto) e prima di passare all’asfalto percorriamo un ultimo tratto con fondo sassoso e quindi un po’ più impegnativo (Foto F): un sicuro spasso per gli amanti della MTB e un pelo di impegno in più per i ciclo-viaggiatori (ma nulla da cui lasciarsi impensierire!). Passiamo quindi all’asfalto, come dicevamo, e percorriamo il ponte che conduce all’interno di Barbarano Romano. Salutiamo il paese (invitandovi caldamente ad una visita dello splendido centro storico) e muoviamo alla volta del Parco Martoranum, una splendida e importante area naturalistica. Imbocchiamo dunque “Le strade dei parchi – Itineriario del Lazio Etrusco” in direzione Area Attrezzata Caiolo (Foto H) che incontreremo tra soli 3 km e dove abbiamo intenzione di effettuare una breve pausa. L’ingresso all’area è ben segnalato (Foto I). Rimarremmo qui per ore, circondati da tanta bellezza naturale e dalla prospettiva di affascinanti percorsi all’interno del parco, ma i piani sono altri per oggi e, con il senno di poi, non potremo di certo lamentarci di quanto ci attende. Torniamo sull’asfalto e, all’incrocio con la Strada Provinciale 41 svoltiamo a sinistra in direzione Blera (Foto L), secondo paese che incontreremo nel tragitto. Dopo aver percorso lentamente le intime stradine del centro storico, ci lasciamo Blera alle spalle (Foto M) e torniamo su un tratto sterrato incastonato in una meravigliosa tagliata tufacea (Foto N) che sbuca in concomitanza della Necropoli di Pian del Vescovo (Foto O, P). Dopo qualche minuto in contemplazione torniamo sui nostri pedali e ci arrampichiamo per un tratto piuttosto ripido, forse il più impegnativo della giornata. Ad un tratto il sentiero piega verso sinistra (Foto Q), per cui non lasciatevi ingannare (come accaduto a noi) dalle indicazioni di sentieri naturalistici che vi invoglierebbero a proseguire dritti. Non si tratta, purtroppo, di percorsi ciclabili. Come al solito però, non possiamo lamentarci della sorte toccataci, perché il fondo stradale morbido e le dolci campagne che ci circondano sono un piacere per gli occhi e per l’animo (Foto R). Attraversiamo viottoli sterrati che confinano con splendide fattorie e torniamo su un delicato nastro d’asfalto che ci accompagnerà fino a Villa San Giovanni in Tuscia. Dobbiamo dirvelo, in questa fase si sale, abbastanza. Ma si sa, un pelo di sofferenza è quel che rende ogni uscita tale di questo nome! Altrimenti che gusto ci sarebbe?
Tornati ad incrociare la Strada Provinciale 493 svoltiamo a destra e dopo neanche 250 m svoltiamo a sinistra per imboccare Strada Poggio delle Quercete (Foto S). Sarà lei, gentilmente, a ricondurci verso la meta, insistendo su un bellissimo tratto di Via Francigena che passa per la località Vico Matrino. Gli ultimi chilometri scivolano via leggeri e appaganti.
Una giornata splendida, un percorso accessibile a tutti e incantevole. E per quanto riguarda la vecchia ferrovia (da cui è nata l’idea di questo itinerario) bhè, l’ho già detto…è magnifica! E’ un bellissimo percorso che dovrebbe dare una forte spinta al cicloturismo nella Tuscia e, più in generale, nel Lazio. Noi siamo fieri di averlo percorso e, nel nostro piccolo, ci auguriamo di contribuire a renderlo un po’ più noto e pedalato.
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