Osservando i paesi antichi ti rendi conto che erano pensati come una grande casa e la famiglia era tutta la comunità. L’ingresso era la porta del paese; c’era la stanza dove fare i panni tutti insieme, ovvero il lavatoio; c’era il salotto dove ci si incontrava e si chiacchierava, cioè la piazza; le stanze da letto degli abitanti erano costituite dalle semplici e piccole case usate solamente, appunto, di notte. E si lavorava fuori casa, cioè nei campi, per poi tornare a sera tutti insieme a vivere stretti e arroccati sulla cima dello sperone di tufo, come un’unica famiglia, con i pro e con i contro…
Il percorso
Uscendo da Vejano per la strada delle macchine (verso Oriolo) fate la curva, visitate il bel lavatoio e girate la prima a destra verso il secondo lavatoio e la Chiesa di Sant’Orsio. Prenderete così una strada sterrata che si inoltra nelle campagne. Al primo evidente bivio andiamo a sinistra verso la torretta dell’Enel e il ponticello. Vedrete dunque che la strada incomincia a salire e non curanti delle strade secondarie continuate sempre dritti. La strada a tratti diventa asfaltata e a tratti ritorna sterrata. Al successivo bivio a Y (davanti a noi un colle e un casolare) girate a destra (strada asfaltata) e arriverete così ad un cancello grigio con dei muretti di pietra presso il quale c’è un altro bivio, che bisogna imboccare a destra. Quando la salita finisce e arrivate a scollinare c’è un cancello (foto) e una deviazione a sinistra. Dovrete aprire il cancello e proseguire dritti in discesa. Altre zone si aprono ai nostri occhi, che possono spaziare verso un orizzonte lontano e rilassante. Alla fine della discesa c’è un altro cancello dopodiché un bivio che va preso a sinistra e che si inoltra nella valle scavata da fiume Mignone. Giungerete così alla località Fontiloro e ad un tratto incontrerete un campo scout sulla destra. Dopo circa un chilometro arriviamo al guado del Mignone (foto) che si può effettuare tranquillamente, ma a patto di togliersi le scarpe o bagnarsele del tutto…
Dopo il guado la strada sale e arriva ad un trivio: girate a destra per la strada principale. Dopo nemmeno 500 metri troverete un altro cancello sulla destra (foto). Dovrete aprirlo e andare per la strada sterrata che sale. Vi condurrà ad un bellissimo percorso che conduce al Parco della Mola, dunque di nuovo al Mignone, attraverso campi edenici e boschi incontaminati. A metà circa dovrete aprire e richiudere un cancello per gli animali. Quando arriverete al bosco giriamo a destra finché il sentiero non vi entra dentro e in breve sarete nell’area pic-nic, alla sorgente solforosa e al mulino, nonché alla splendida diga con cascatella sul Mignone (foto).
Tornate dunque presso l’area pic-nic e prendete la strada più grande (sulla destra) in salita: siete su di un diverticolo della Via Clodia (foto).
Giunti in cima alla salita una strada si immette da destra, mentre noi proseguiamo a sinistra. Andate sempre avanti per questa strada per qualche chilometro senza voltare mai (passerete accanto all’Associazione CEMEA del Lazio), solo alla fine, quando sarete presso Oriolo Romano e le sue villette, svoltate a destra proseguendo sulla Strada della Mola (ad un incrocio).
Siete quasi arrivati a destinazione. Al bivio successivo andiamo avanti per la sterrata che vi conduce a costeggiare un muro abbastanza alto di tufo (Villa Altieri) e che girando a sinistra vi conduce dietro la piazza principale del paese.
Osservando i paesi antichi ti rendi conto che erano pensati come una grande casa e la famiglia era tutta la comunità. L’ingresso era la porta del paese; c’era la stanza dove fare i panni tutti insieme, ovvero il lavatoio; c’era il salotto dove ci si incontrava e si chiacchierava, cioè la piazza; le stanze da letto degli abitanti erano costituite dalle semplici e piccole case usate solamente, appunto, di notte. E si lavorava fuori casa, cioè nei campi, per poi…
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