Da Venosa fino a Palazzo S. Gervasio ancora si sale, arriviamo alla cisterna con fontana e l’acqua è freschissima, per cui cambiamo quella delle nostre borracce. Oggi fa veramente molto caldo, sembrava sarebbe stato nuvolo e invece il sole ci porta tra i 25 e i 28°C. Le strade che percorriamo sono tutte chiuse al traffico e riservate solo ai frontisti, per cui la tappa è tranquillissima.
Il paesaggio è splendido, lievi colline coltivate a grano e pomodori; nei campi si notano scheletri di case tutti uguali: sono quelle della riforma fondiaria con la quale si sarebbero dovute assegnare ai coltivatori insieme ad un appezzamento di terra, ma è evidente che non sia andata proprio così… immagino che, probabilmente, quelle “case” si popolino di braccianti durante l’estate per la raccolta dei pomodori, ma sono totalmente fatiscenti. Alla lunga, per quanto sia bello il paesaggio, è un po’ monotono, o forse è la mia mente che accusa un po’ di stanchezza; solo la varietà di fiori bellissimi, diversi per forma, colore e dimensione, rende vario questo tratto e lo fa assomigliare ad un quadro impressionista.
Bellissimo è anche l’arrivo al lago. Un lago artificiale creato da una diga che poi attraverseremo; verso riva troviamo diversi boschetti, più unici che rari da queste parti. Ci fermiamo a mangiare sotto al gruppo di alberi che ci piace di più e poco dopo arrivano cani, pastori e gregge; evidentemente gli abbiamo rubato la sala da pranzo… Il posto è talmente piacevole che rimaniamo lì a riposare, ma poco dietro di noi si sente arrivare un temporale, così siamo costretti a velocizzare la ripresa del cammino; e la pioggia non ci prenderà mai!
Tra il lago e Gravina c’è una collina da scavallare, ultimo tratto in salita della giornata; sul libro di Rumiz inoltre si legge di tracce dei carri scavate nella roccia in corrispondenza di un certo tunnel della statale, così ci fermiamo a cercarle, ma invano. Poco prima di vedere il paese, nel mezzo di un prato giallissimo di fiori, vediamo una masseria immensa, bellissima, ma sembra completamente abbandonata e la strada per arrivarci è del tutto incolta.
Entriamo a Gravina, dove ci aspetta una stanza freschissima in un palazzo seicentesco che affaccia sulla gravina e sulla cattedrale.
Da Venosa fino a Palazzo S. Gervasio ancora si sale, arriviamo alla cisterna con fontana e l’acqua è freschissima, per cui cambiamo quella delle nostre borracce. Oggi fa veramente molto caldo, sembrava sarebbe stato nuvolo e invece il sole ci porta tra i 25 e i 28°C. Le strade che percorriamo sono tutte chiuse al traffico e riservate solo ai frontisti, per cui la tappa è tranquillissima. Il paesaggio è splendido, lievi colline coltivate a grano e pomodori; nei campi…
Commenta con Wordpress