Il nostro itinerario parte da piazza della Chiesa, alla cui sinistra fa da protagonista la pieve romanica di Santa Maria. Si procede verso il ponte situato dietro al monumento, e poco prima si prende via Vittorio Veneto, lungo un percorso sterrato che passa sotto un filare di platani.
Poco dopo attraversando un ponticello si imbocca via di Campomaggio: la si prosegue, e poco dopo si prende il sentiero CAI 150 sulla destra: questo lambisce un campo coltivato, e percorrendolo per un tratto ci si ritrova sulla strada asfaltata, davanti a un grosso fabbricato abbandonato noto come “La carbonaia”. Pur se abbandonato e diroccato, mantiene comunque un certo fascino e tutto sommato si armonizza con il paesaggio che stiamo attraversando, fatto di casette in mattoni, stradine strette e alberi di pioppo.
Alla fine della carbonaia si imbocca una strada asfaltata che sale verso la chiesa di San Iacopo: la percorriamo, fino a quando un cartello che indica la chiesa di San Iacopo non ci invita a prendere la stradina sterrata sulla destra, che, passando sotto un filare di alberi, ci conduce verso una grande villa gialla. La “circumnavighiamo” in senso antiorario, passando sotto il muro di cinta, fino ad arrivare alla chiesa romanica di Sant’Jacopo in Lupeta, le cui origini risalgono addirittura all’epoca longobarda: il nostro punto di riferimento rimane il campanile della stessa.
Si scende poi lungo le scalette che si trovano a ridosso della facciata della chiesa, sul lato destro, e ci si ritrova nel parcheggio sterrato, dal quale riprendiamo la strada per la quale siamo arrivati.
Proseguiamo fino a reimmetterci nella strada asfaltata, seguendo il sentiero CAI 150 in direzione Col di Cincià. Salendo per la strada asfaltata, arriviamo poi ad un bivio, che deve essere imboccato a sinistra, verso località “La Torre”: si intravede davanti a noi, appunto, una casatorre.
Passiamo davanti la casatorre, la ammiriamo e subito dopo, come da indicazioni, lasciamo la strada asfaltata per prendere la stradina basolata sulla destra, che si snoda all’interno di un caseggiato molto caratteristico, per poi confluire di nuovo sulla strada asfaltata che avevamo lasciato. Qui si trova un feroce lupo cecoslovacco che non sembra felice di vederci.
Continuiamo a salire sul monte, per la strada che segna il confine fra l’uliveto e il bosco di pini marittimi: la strada poi diventa sterrata, continuando a salire e separando il bosco carbonizzato, alla nostra sinistra, da quello ancora sano, che rimane sulla destra.
La strada passa in mezzo alle case, e non ci si deve preoccupare del fatto che venga segnalata come privata. Si svolta tutto a destra, continuando fra le case, e si prosegue, fino a quando non arriviamo in corrispondenza di una vasca di irrigazione alla nostra destra. Una spianata ospita dei tavoli di legno, e si apre un bellissimo panorama sulla valle da cui proveniamo: oltre la rocca di Vicopisano, osserviamo Bientina, Pontedera, i colli livornesi in lontananza. Finalmente iniziamo a scedere, e lo facciamo in prossimità di un crocevia, prendendo il sentiero CAI 148.
In corrispondenza di un tornante, alla cui sinistra abbiamo come riferimento una cisterna gialla, dobbiamo stare molto attenti a proseguire il sentiero, che in questo punto si stacca dalla strada sterrata e si addentra nel bosco, scendendo piuttosto stretto e ripido. Usciti dal bosco, ci troviamo quasi in pianura, in corrispondenza di un uliveto, costeggiando un muro a secco. Il sentierino confluisce in una strada sterrata, costeggiata da un filare di piccoli cipressi, che prendiamo a scendere verso sinistra. In corrispondenza di una casupola, forse un ex mulino, la strada si unisce ad un’altra, che siamo costretti a prendere verso destra (a sinistra è sbarrata da un cancello!).
Quando la strada sterrata si immette in un’altra asfaltata, siamo dentro al paese: ci continuiamo a far guidare dalle indicazioni del sentiero CAI 148, che ci porta verso la Villa Medicea. La strada è ora lastricata, e si raggiunge la chiesa di San Rocco (un tempo parte integrante della fortezza) in corrispondenza di un bivio, che prendiamo verso sinistra (via Castel Tonini), passando davanti alla villa. Poco dopo, svoltiamo in un vicolo sulla sinistra, e ci troviamo a scendere per una strada a gradini, che ci apre una vista su castel Tonini, ormai abbandonato, ma che conserva intatte le caratteristiche finestre bifore; una strana commistione fra l’imponenza caratteristica della fortezza originaria e l’eleganza del palazzo che divenne in seguito.
Continuiamo a scendere e siamo finalmente arrivati al centro del paese di Buti.
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